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E-commerce in Germania: come evitare problemi legali

Le dimensioni e la vitalità del mercato tedesco attraggono sempre più imprenditori italiani a offrire i propri prodotti e servizi in Germania, specie in tempi di stallo dei consumi in Italia. L'e-commerce rappresenta in questi casi lo strumento più semplice ed economico per raggiungere potenziali acquirenti in un mercato geograficamente distante. Inoltre il consumatore medio tedesco è molto più propenso ad utilizzare servizi di e-commerce di quanto non lo sia un italiano, abituato a frequentare negozi “di mattoni e cemento”.

Chi si accinge ad estendere la propria attività di e-commerce al mercato tedesco deve peraltro osservare la normativa tedesca che, per quanto di comune origine europea, presenta rispetto a quella italiana delle peculiarità, la cui inosservanza può rivelarsi estremamente costosa. Non ultimo, il fattore linguistico riveste un'importanza fondamentale: condizioni di vendita, informativa sul trattamento dei dati personali, note legali, condizioni di utilizzo etc. etc. devono necessariamente essere disponibili in lingua tedesca.

Obblighi informativi precontrattuali

Limitandosi alle disposizioni più importanti, a livello di legislazione generale, su questa materia incide la disciplina sui contratti conclusi per adesione a condizioni generali (in tedesco le cd. “AGB”, ovvero allgemeine Geschäftsbedingungen). Quando un consumatore ordina merce online non ha possibilità di negoziare individualmente le condizioni di vendita: è posto davanti all'alternativa secca tra acquistare alle condizioni predisposte dal venditore o non acquistare. Ecco perché il legislatore pone a carico del venditore una serie di doveri di informazione precontrattuale, affinché il cliente sia in grado di compiere una scelta consapevole e, appunto, informata. Buona parte della disciplina sulle informative precontrattuali è contenuta agli artt. 246 EGBGB ss., altre disposizioni si ritrovano nel codice civile (BGB) ed in altri testi di legge.

Ad esempio, i costi di spedizione dei resi possono essere posti a carico del cliente, solo se questi è stato debitamente informato di ciò prima della conclusione del contratto.

Tutela dei consumatori

Inoltre, nella maggior parte dei casi l'offerta degli online-shops è rivolta a “consumatori”, ovvero privati cittadini che acquistano beni e servizi per soddisfare proprie necessità personali, non agendo nell'ambito della propria attività professionale o d'impresa. Risulta allora applicabile anche l'intero apparato di norme sulla tutela dei consumatori, recentemente innovato dalla direttiva 2011/83/UE, il cui portato più celebre (ma non l'unico!) è stato quello di aver fissato il termine minimo entro il quale il consumatore può recedere dal contratto senza motivazione in 14gg. Pur introducendo una disciplina tendenzialmente uniforme a livello europeo, le direttive devono sempre essere attuate dai singoli legislatori nazionali, con differenze talvolta anche molto rilevanti: ad esempio, fino all'entrata in vigore della suddetta direttiva, il termine per esercitare il recesso in Italia era di 10gg, contro i (già allora) 14 della Germania.

Tra l'altro, bisogna sempre tenere presente che in caso di controversia con un consumatore è sempre inderogabilmente competente il foro del luogo in cui questi è domiciliato.

Tutela della riservatezza

E ancora, chi offre i propri beni o servizi online deve rispettare la disciplina sul trattamento dei dati personali (ex TMG , BDSG). Sul punto è di estrema attualità il problema dei cookies. Ai sensi della direttiva 2009/136/CE l'utilizzo di cookies da parte di una pagina internet (ad esempio un online-shop) è consentito solo previo consenso espresso dell'utente – e ciò, si badi, indipendentemente dal fatto che l'utente concluda un contratto di compravendita attraverso il sito, dato che i cookies entrano in azione non appena l'utente carica la pagina internet. In Germania il Governo non ha dato attuazione a tale disposizione, con la motivazione che la legislazione nazionale già sarebbe conforme alla direttiva (in particolare facendo riferimento agli artt. 12, 13 TMG). Da più parti si è invece sottolineato, con argomenti convincenti, che il testo della normativa interna non sarebbe in tutto e per tutto corrispondente a quello della direttiva. Risultato? Grande incertezza per chi opera online utilizzando cookies nonché per gli stessi tribunali che non hanno un quadro normativo chiaro di riferimento per risolvere le controversie.

Rischi

Che l'inosservanza delle disposizioni applicabili all'e-commerce comporti dei rischi è intuitivo. Per un imprenditore italiano è però spesso difficile valutare i rischi che corre in un mercato straniero, come quello tedesco.

Naturalmente il più immediato è il rischio di controversie con i propri clienti che possono variamente richiedere risarcimenti, rimborsi, far valere la nullità o l'annullabilità del contratto etc. Vi è poi il rischio di incorrere in sanzioni amministrative da parte dell'autorità competente (ad esempio, ai sensi dell'art. 16 TMG, quando vengono fornite informazioni erronee o incomplete sull'impresa (le cd. note legali, o Impressum,) o addirittura in responsabilità penali (ad esempio, ai sensi dell'art. 44 BDSG, quando vengono illecitamente rilevati e venduti dati personali). Ma una particolare forma di rischio tipico del mercato tedesco, spesso ignota all'imprenditore straniero, è rappresentato dalle cd. “Abmahnungen”, ovvero diffide provenienti da imprese o professionisti concorrenti. La legge contro la concorrenza sleale tedesca (UWG) consente in sostanza ad ogni concorrente di diffidare altro concorrente per l'inosservanza di una disposizione di legge volta anche alla tutela della concorrenza. A mezzo di diffida il concorrente può esigere un'immediata cessazione del comportamento illecito ed il pagamento di un risarcimento. La giurisprudenza in materia è copiosa, sicché le imprese che ricorrono a tale strumento hanno in genere l'accortezza di verificare che le proprie pretese abbiano buone probabilità di essere confermate in sede giudiziale.

 

Thomas Rechtsanwälte assiste clienti italiani che vogliono avviare un'attività di e-commerce in Germania, o estendere la propria attività al mercato tedesco, in modo da ridurre al minimo i rischi giuridici di un mercato che offre opportunità e potenzialità molto attraenti.